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Storia
dei galletti e di chi gli insegn≥ a volare
Fatemi, fatevi, insomma facciamoci un favore. Spediamo
una cassetta di questa partita a Boscia Tanjevic. Facciamogli vedere
cosa Φ un playmaker, indichiamo con chissα quale diavoleria elettronica
il numero 5 biancorosso. Facciamo vedere il miglior play dÆItalia,
uno che dα 8 assist (ma sarebbero stati ben di pi∙ se contassero
anche quelli poi impediti dal fallo di un difensore) uno che annulla
lÆaltro playmaker azzurro. La partita comincia con un pronti via
cinque a zero firmato da Mrsic. E prosegue su questi binari per
un bel poÆ, con il Benetton che rimane aggrappato a 8-10 punti di
distanza. Tutta Varese gioca alla grande, compreso Daniel Santiago
che recupera 5 palloni e chiude un paio di contropiedi con lÆunica
cosa che gli riesce veramente bene, gli schiaccioni. Il Benetton,
complice anche una folle scelta tattica di Obradovic, che non gioca
mai con due lunghi, giochicchia sospinto in particolare da Nicola,
attaccante totale e da Williams, quando viene lasciato libero dal
Menego. Nel secondo tempo per≥ la distanze si accorciano, complice
lÆabituale calo di Pozzecco, che non pu≥ giocare a livelli stratosferici
per quaranta minuti di fila, ma che deve gestirsi. Il Benetton arriva
a un punto di distacco. Ma a quel punto Varese reagisce e dimostra
perchΘ Φ la prima in classifica. Il Benetton si suicida lasciando
che il povero Rebraca venga sistematicamente raddoppiato da Mrsic
o da De Pol, ben contenti di abbandonare Pittis. I quintali di palloni
recuperati dalla difesa biancorossa creano un parziale di 14-2.
A quel punto il Menego, gran capo di Varese, decide che la partita
Φ finita. Servito in contropiede, vola, schiaccia e manda tutti
a casa. Il Palaignis, gremito in ogni ordine di posti, ringrazia
e festeggia. Varese Φ ancora prima. La chiave tattica della partita
sta nei giocatori di Varese. Spesso Varese ha giocato con un play
(Pozzecco) e quattro ali (Meneghin, Mrsic, Vescovi e De Pol) raddoppiando
sempre sul pivot e girando come una trottola sugli esterni. LÆintercambiabilitα
della difesa varesina Φ incredibile. LÆunico blocco che serve a
qualcosa Φ quello per portare Pozzecco sul centro, tutti gli altri
cambi vengono annullati. Quando poi in difesa funzionano anche i
lunghi, come Galanda e Santiago, sono dolori. Il Jack ha fatto virgola,
ma ha tenuto degnamente Rebraca fino allÆarrivo del raddoppio. In
attacco Varese gioca semplice, tutti guardano il canestro, nessuno
deve rinunciare a un tiro perchΘ glielo ordina il coach. Ma soprattutto
pesca sempre lÆuomo libero, e il 10/18 al tiro da tre Φ emblematico
( e pensare che il Pozz e Meneghin hanno fatto 0/6 in due). Ma un
uomo Φ sugli scudi pi∙ di tutti: Alessandro De Pol. Fino a due anni
fa era solo un difensore, ora Φ la migliore ala dÆItalia, nessuno
escluso. Gli mancava pericolositα in attacco e lui ha risposto mettendo
su il miglior tiro da tre del campionato. Grosso lo Φ sempre stato,
ma Recalcati, lÆeminenza grigia dietro il successo varesino, gli
ha tolto le catene e lo ha lasciato libero, come ha fatto con tutti
gli altri. LÆesatto opposto di Obradovic, che ha dimostrato di essere
un ottimo allenatore, ma di ippica, nel momento in cui ha rinunciato
a giocare con i due lunghi.. E non pu≥ dire di non averne. Ha sbagliato
la lettura della partita, lasciando troppo in campo Bonora e Pittis,
nulli in attacco, facendo la felicitα della difesa. Pittis era l∞
per mettere un freno a Mrsic, e difatti il freno ha impedito a Mrsic
di andare oltre i 30, ovviamente senza neanche una forzatura. Chissα
dove lÆabbiamo pescato il croatoà
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